“Noi ricercatori non ci siamo fermati” Intervista a Francesco Antonica

04/04/2020
“Noi ricercatori non ci siamo fermati” Intervista a Francesco Antonica

​Sesto al Reghena, 4 aprile 2020

Caro Francesco, a circa un anno dall’avvio del suo progetto di ricerca, può fornirci qualche informazione su come sta proseguendo?

Il mio progetto di ricerca si focalizza sulla forma più aggressiva e mortale di tumori pediatrici, i gliomi di alto grado. Al momento gli unici approcci terapeutici sono la radio- e chemio-terapia. Inoltre i pazienti pediatrici hanno una bassa risposta terapeutica ai chemioterapici. Il problema principale nella creazione di farmaci mirati per le forme pediatriche di glioma è il basso numero di modelli sperimentali validi che mimino il glioma pediatrico. Per questo motivo il progetto di ricerca finanziato da voi si focalizzava sulla creazione di nuovi modelli di tumore cerebrale pediatrico. Per creare questi modelli di glioma pediatrico umano abbiamo deciso di iperesprimere nelle cellule cerebrali una serie di geni trovati iperespressi in campioni di glioma pediatrici e valutarne la capacità tumorigenica. Quindi indurre nelle cellule cerebrali quello che abbiamo trovato modificato nei pazienti. Nel corso degli ultimi 12 mesi sono state testate molte combinazioni di geni candidati. La stragrande maggioranza ha dato esito negativo, cioè non ha mostra capacità tumorigenica; al contrario due combinazioni di geni hanno mostrato la capacità di indurre tumore nei nostri modelli. Quindi ora continuerò in questa direzione caratterizzando in dettaglio ciò che finora ha dato esito positivo. La strada è lunga ma dopo un anno abbiamo ottenuto i primi risultati positivi e quindi ancora più motivati nell’arrivare in fondo.

La borsa finanziata dalla nostra Associazione, tramite la Fondazione Umberto Veronesi, si è conclusa a fine marzo. Come ci ha preannunciato ha avuto l’opportunità di un altro importante finanziamento, di cosa si tratta? Può anticiparci qualcosa?

Si dal primo di aprile ho iniziato un altro progetto che è stato finanziato dalla Commissione Europea. Si tratta di uno dei più prestigiosi finanziamenti per giovani ricercatori, Marie Skłodowska-Curie Individual Fellowships. Il budget ricevuto copre sia lo stipendio che alcuni costi di ricerca (come per esempio acquisto di reagenti) e quindi considerata la somma in ballo la competizione per ottenerlo è altissima. Questo nuovo progetto si focalizzerà nello studio di alcune specifiche cellule
tumorali che si pensa siano all’origine della recidiva e del potere infiltrante dei gliomi infantili di alto grado. I pazienti con tumore cerebrale di alto grado hanno una prognosi molto povera perché il tumore è troppo infiltrato quindi non rimovibile completamente con chirurgia oppure ritorna dopo pochi mesi dalle prime cure non rispondendo più alle terapie convenzionali. Qui entrano in gioco alcune cellule tumorali che hanno un potere infiltrate o resistono alle terapie convenzionali e quindi sono all’origine dell’invasività e della recidiva del tumore. Io andrò a studiare proprio queste cellule per capire cosa hanno di diverso dalle altre cellule che compongono il tumore e quindi in futuro proporre delle terapie mirate per queste.

Come proseguirà la sua ricerca?

Il lavoro non mi spaventa anzi mi stimola sempre di più. Per cui oltre che iniziare questo nuovo progetto continuerò quello già iniziato e che è stato finanziato da voi.

In questo periodo di emergenza, ognuno di noi ha dovuto riorganizzare la propria vita, come è cambiata la giornata lavorativa di un ricercatore?

È cambiata molto. Purtroppo il nostro lavoro non può fermarsi del tutto. Quindi abbiamo cambiato il nostro modo di lavorare. Nel mio caso vado in laboratorio all’alba e cerco di fare tutto ciò che non può essere fermato come per esempio cambiare il mezzo di cultura alle cellule e poi tutto il lavoro d’ufficio si fa da casa. Quindi abbiamo
rallentato dal punto di vista sperimentale ma il tempo recuperato lo spendiamo ad analizzare tutti i dati generati nelle scorse settimane, pensare e scrivere nuovi progetti per ottenere nuovi finanziamenti ed infine scrivere nuovi articoli scientifici per quindi pubblicare i risultati finora ottenuti. E tutto questo occupandomi insieme a mia moglie anche di mia figlia di 3 anni. Quindi anche se a casa ho sempre da fare.

Anche questi giorni difficili ci insegnano quanto la ricerca scientifica sia importante, senza la ricerca, senza il lavoro degli scienziati non c’è futuro. Che messaggio vorrebbe che arrivasse ai nostri lettori ?

Penso che anche i più scettici abbiano capito in questi giorni d’emergenza come la ricerca medico-scientifica sia cruciale per lo studio delle malattie infettive e la messa a punto di nuove terapie. Anche se per ovvie ragioni l’opinione pubblicata è focalizzata sugli ultimi eventi riguardanti l’emergenza coronavirus, non
bisogna dimenticare che tutte le altre patologie e nello specifico quelle oncologiche non si sono fermate. Per cui anche se non siamo in prima linea come tutti gli operatori sanitari (a cui non posso che rivolgere tutta la mia stima e gratitudine), anche se abbiamo cambiato il nostro modo di lavorare, noi ricercatori non ci siamo fermati. La nostra missione resta sempre quella. Quindi ora più che mai c’è bisogno di un supporto maggiore alla ricerca.