Il “dono di Rossana” sostiene un nuovo progetto di ricerca sui tumori cerebrali

15/04/2020
Il “dono di Rossana” sostiene un nuovo progetto di ricerca sui tumori cerebrali

Sesto al Reghena, 15 aprile 2020

L’Associazione “il dono di Rossana “ ha individuato un nuovo progetto di ricerca da finanziare per il 2020, aggiungendo così un nuovo tassello alle importanti iniziative di sostegno alla ricerca scientifica già messe in campo. Nei giorni scorsi si è infatti perfezionato l’accordo tra l’Associazione e l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) di Meldola (FC), accordo che prevede un contributo per la realizzazione del progetto “Sviluppo di un modello tridimensionale preclinico per studiare la biologia dei tumori cerebrali”. Lo studio si prefigge di sviluppare un nuovo sistema di coltura 3D (in tre dimensioni) che permetta di mimare il microambiente tumorale nella sua architettura, consentendo quindi di studiare la crescita tumorale ed identificare i meccanismi che forniscono la capacità invasiva e migratoria. La
maggior parte degli studi perfezionati finora sono infatti in 2D ( due dimensioni ), vale a dire in vetrino e di conseguenza non permettono di osservare completamente come le cellule tumorali interagiscono tra di loro. Secondo l’accordo, l’Associazione “Il dono di Rossana”, per il primo anno, contribuirà con 6.000 euro a finanziare il costo dei reagenti, necessari allo sviluppo della coltura cellulare. Il primo report sull’andamento della ricerca è previsto per fine anno.

“Siamo soddisfatti di essere riusciti a chiudere questo accordo con l’IRST” dichiara il Presidente Mario Milazzo, “ E’ una prima collaborazione che potrà svilupparsi ulteriormente in futuro”. Alla scelta e all’individuazione del nuovo progetto si è pervenuti anche grazie al supporto della Professoressa Maria Grazia Masucci,
Ricercatrice e Docente del Karolinska Institute di Stoccolma.

Proseguono quindi le attività dell’Associazione, a sostegno della ricerca scientifica, con la convinzione che siano la risposta giusta, anche in ragione del difficile momento che stiamo attraversando a causa dell’emergenza Coronavirus. Infatti, mentre il Coronavirus sta mettendo a dura prova la nostra comunità, le altre patologie non si fermano e anzi diventa più complicato assicurare le cure adeguate ai pazienti in condizioni di sicurezza.